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L'ESPRESSO WIKIPEDIA

Storia della rivista L'espresso
L'espresso è una rivista che si definisce nella testata «settimanale di politica, cultura ed economia». Appartiene al Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., società quotata in borsa e il cui maggior azionista e presidente è Carlo De Benedetti. Esce il venerdì.

* Nell'ottobre 1955 nasce come Società editrice "L'Espresso". Proprietario ed editore è l'industriale Adriano Olivetti; socio di minoranza Carlo Caracciolo; direttore amministrativo Eugenio Scalfari. Con la direzione di Arrigo Benedetti, il primo numero esce a Roma il 2 ottobre 1955, 16 pagine in "formato lenzuolo".
* Nel 1957 Adriano Olivetti cede la proprietà, per dissensi in merito alla linea politica; dona il grosso delle sue azioni a Caracciolo e, in misura minore, a Benedetti e Scalfari.
* Nel 1963 la direzione passa ad Eugenio Scalfari, già direttore amministrativo; sotto la sua guida l'Espresso raggiunge i 5 milioni di copie complessivamente vendute.
* Nel 1965 le fotografie redazionali e le inserzioni pubblicitarie diventano a colori.
* Nel 1967 la tiratura supera le 100.000 copie a numero. Il settimanale si arricchisce di un inserto a colori di 32 pagine, formato 26 x 34 cm, comprendente di solito un ampio servizio riccamente corredato di foto, e varie rubriche di costume.
* Nel 1968 Scalfari, eletto in Parlamento, lascia la direzione a Gianni Corbi.
* Nel 1970 subentra alla direzione Livio Zanetti.
* Nel giugno 1971 viene pubblicata una lettera aperta in cui si denunciano le responsabilità della questura (e di Luigi Calabresi) nella morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Il comunicato, che contiene gravi accuse che si rileveranno prive di fondamento, ha grande risonanza grazie al lungo elenco dei firmatari.
* Il 20 marzo 1974 L'Espresso abbandona il "formato lenzuolo" ed esce il primo numero in formato tabloid.
* Nel 1975 la società editrice cambia denominazione in Editoriale L'Espresso.
* Nell'autunno del 1986 la rubrica Affari & Finanza viene scorporata dalla rivista e distribuita insieme al quotidiano la Repubblica.
* Nel 1989 l'Editoriale l'Espresso viene acquisita da Arnoldo Mondadori Editore.
* Nel 1991, in seguito ad accordi tra la Mondadori e De Benedetti, nasce l'attuale Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.A., il cui azionista di maggioranza è il Gruppo CIR. Direttore è Claudio Rinaldi.
* Nel 1997 nasce il sito internet de L'espresso.

Le inchieste celebri
* 1955-1956 Capitale corrotta = Nazione infetta è la prima celebre iniziativa, un'inchiesta (1956) sulla speculazione edilizia nella capitale. Il primo articolo uscì l'11 dicembre 1955 a firma di Manlio Cancogni.
* 1957 I pirati della salute, inchiesta sulle industrie farmaceutiche e sul mercato dei medicinali rimborsati dalle mutue.
* 1958 Rapporto sul vizio, indagine sulla prostituzione alla vigilia della chiusura delle case di tolleranza. Mafia e potere, i legami fra le cosche mafiose e gli uomini politici.
* 1961 La mappa del potere: chi conta davvero in Italia tra i politici, gli imprenditori, i dirigenti e gli uomini di cultura.
* 1962 Dai lager di Stalin, testimonianza di Solženicyn sui gulag, i famigerati campi di lavoro sovietici.
* 1965 La cedolare di San Pietro, rapporto sui finanzieri del Vaticano. Le toghe di piombo, inchiesta sull'immobilismo della magistratura italiana.
* 1967 Il golpe del Sifar, clamorosa rivelazione su un tentativo di colpo di Stato preparato dal generale Giovanni De Lorenzo e sulla schedatura di centinaia di personaggi della politica e dell'economia italiana da parte dei servizi segreti.
* 1968 Atlante della contestazione, inchiesta sulla protesta giovanile del sessantotto.
* 1970 Il caso Valpreda, inchiesta sulla strage di Piazza Fontana e rivelazioni sulla cosiddetta pista nera.
* 1971 Razza padrona, i giochi di potere tra finanza, industria e partiti politici.
* 1972 Libertà d'antenna, campagna contro il monopolio RAI.
* 1975 Il golpe Borghese, inchiesta sul tentativo fallito di colpo di Stato del comandante Junio Valerio Borghese e delle coperture del SID diretto dal generale Vito Miceli.
* 1978 Il caso Leone, celebre inchiesta di Camilla Cederna sull'allora Presidente della Repubblica e sulle presunte speculazioni dei suoi familiari. Questa campagna scandalistica, che pure poi si rivelerà completamente falsa, costrinse Giovanni Leone a rassegnare le dimissioni, chieste ufficialmente dal PCI. Successivamente Camilla Cederna ed il settimanale furono condannati per diffamazione ad un cospicuo risarcimento.[2]
* 1980 I verbali Moro, pubblicazione delle testimonianze rese dai personaggi politici alla Commissione parlamentare d'inchiesta che indaga sulla vicenda Moro.
* 1982 Un banchiere, una tragedia, i retroscena del caso Calvi, il cui cadavere fu rinvenuto al ponte del Frati Neri a Londra.
* 1984 Mafia, la pista politica, le rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta.
* 1986 La grande spartizione, una mappa sulla lottizzazione dei partiti politici nei vari settori della vita pubblica.
* 1990 Regime di stampa, riguardante l'ingresso di Berlusconi alla guida della Mondadori.
* 2008 Benvenuti a Velenitaly, inchiesta sullo scandalo del vino adulterato in Italia

Come il quotidiano La Repubblica, sempre edito da De Benedetti, L'Espresso è stato sempre schierato a sinistra anche se non ha mai lesinato critiche a tale schieramento. In questo senso L'Espresso si è fatto portavoce di diverse battaglie civili, quali quella per l'approvazione in Italia della legge sul divorzio e per il "no" al successivo referendum abrogativo promosso dalle forze cattoliche; quella a favore della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, con una copertina scandalo dove si vedeva una donna nuda e incinta in croce; la campagna contro il Presidente Giovanni Leone, che sfociò nelle sue dimissioni, quella contro il monopolio RAI e quella sulla moralizzazione della vita pubblica a proposito della cosiddetta Tangentopoli.

Verso l'inizio degli anni novanta, ha avuto risonanza nei mass-media una polemica riferita alla presenza sistematica sulle copertine della rivista del corpo femminile nudo che, ad opinione di molti detrattori, aveva come unico scopo quello di attirare l'attenzione del pubblico. Si invoglia all'acquisto, ma tali immagini hanno all'interno ben poca o nessuna attinenza con gli argomenti trattati dalla rivista. L'uso del nudo femminile in copertina è stato abbandonato a partire dal 2002.

Le rubriche
Per molti anni, appuntamenti fissi del settimanale sono stati quelli relativi al cinema, la cui rubrica è stata tenuta da Alberto Moravia, all'architettura (Bruno Zevi), alla televisione (Sergio Saviane), alla letteratura (Enzo Siciliano), al costume (Il lato debole di Camilla Cederna).

Attualmente, l'ultima pagina del giornale ospita La bustina di Minerva, una rubrica di divagazioni firmata da Umberto Eco, dal 2001 in alternanza quindicinale con una rubrica di ragionamenti Il vetro soffiato di Eugenio Scalfari.

La «Slangopedia»
Dal 2001 sul sito internet della testata è presente la sezione Slangopedia, un vocabolario on-line di espressioni gergali e giovanili della lingua italiana, curato da Maria Simonetti ed aggiornato con nuove segnalazioni ogni 2 settimane. Sempre sul sito è presente la sezione Chiesa.it, curata da Sandro Magister, che ha raggiunto fama internazionale con la recensione che le ha dedicato la rivista americana Foreign Policy. Molto curata anche la sezione "Style&Design" del sito, con contributi e audiogallerie realizzati appositamente per il web.

Direttori
* Arrigo Benedetti (2 ottobre 1955 - 2 giugno 1963)
* Eugenio Scalfari (9 giugno 1963 - 24 marzo 1968)
* Gianni Corbi (31 marzo 1968-1970)
* Livio Zanetti (1970-1984)
* Giovanni Valentini (1984-1991)
* Claudio Rinaldi (1991-1999)
* Giulio Anselmi (1999-2002)
* Daniela Hamaui (2002-2010)
* Bruno Manfellotto (2010)

Le firme
Per L'espresso hanno scritto e scrivono ancora giornalisti ed editorialisti molto noti nel mondo dell'informazione, fra questi Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari, Umberto Eco, Giampaolo Pansa, Enzo Biagi, Michele Serra, Peter Gomez, Edmondo Berselli, Marco Travaglio, Massimo Riva, Alessandro Gilioli, oltre al vaticanista Sandro Magister, allo scrittore Roberto Saviano e all'economista Jeremy Rifkin.